Ti presento 3 modelli di storytelling molto semplici ma potenti. Per creare storie coinvolgenti ed efficaci che cambieranno per sempre il modo in cui scrivi storie.
Sopratutto storie da usare per una narrazione aziendale, per vendere prodotti o servizi, e creare una connessione più profonda con il tuo pubblico.
E, nonostante sia il miglior strumento di marketing che conosca, non è sempre facile trasformare la propria esperienza di vita in una storia non solo interessante, ma efficace per raggiungere uno degli obiettivi di cui sopra.
Scopriamo adesso i 3 modelli di storytelling.
Lo sceneggiatore Aaron Sorkin, del film “The Social Network”, si riferisce spesso a questo modello. Si compone di 3 fasi:
Il personaggio principale deve avere un'intenzione molto chiara per motivare le sue azioni. E questa intenzione può essere sia micro che macro, come in questo esempio:
A metà del viaggio, alle 20:00, l'auto ha una gomma a terra.
L'auto non ha la ruota di scorta e ti trovi sul ciglio di un'autostrada deserta, lontano dalla città, senza alcuna illuminazione sulla carreggiata. Non c'è campo per il telefono.
Più ostacoli devi superare per raggiungere il tuo risultato, più riesci a catturare l'attenzione di chi legge o guarda la storia.
Corri al buio per 3 km fino al distributore di benzina più vicino e chiedi aiuto. Chiamano un carro attrezzi, portano la tua auto in un gommista e tu cambi la gomma per arrivare sano e salvo prima di mezzanotte.
Hai appena letto una storia che ho inventato utilizzando il modello di Storytelling IOR – Intenzione – Ostacolo – Risultato.
Non c'è niente di straordinario in questa storia. Potrebbe essere successo a te o a me, giusto?
Ma il modello narrativo utilizzato per raccontare questi fatti è ciò che fa la grande differenza, trasformando qualcosa di banale in una storia interessante.
Ora passiamo al modello di narrazione più noto in questo elenco: il viaggio dell'eroe . Tuttavia, in un modo molto più snello rispetto alla versione che probabilmente conosci.
Il viaggio dell'eroe (o modello Campbell-Vogler) ha dimostrato la sua importanza molte volte, con leggende e storie antiche come l'Odissea di Omero, o Avatar, il film di maggior incasso di tutti i tempi.
George Lucas ha utilizzato la formula "viaggio dell'eroe" come guida, passo passo, per creare l'universo di Star Wars, un marchio che finora ha incassato oltre 20 miliardi di dollari.
Il modello narrativo più completo di Hero's Journey è composto da 12 tappe , a partire dall'incidente che sconvolge la quotidianità dell'eroe, facendolo intraprendere un'avventura sconosciuta, affrontare ostacoli e tornare trasformato.
Il modello di narrazione semplificato è composto da 3 atti:
Nella prima parte di questo modello narrativo, c'è un temporaneo equilibrio iniziale che viene poi rotto. Perché sposti il tuo personaggio su "un albero": una situazione anomala, cioè crei un gancio per attirare l'attenzione del lettore.
Affinché questo effetto si ottenga, potrebbe accadere un "incidente emozionante" per dare inizio alla storia.
In The Matrix, l'emozionante incidente accade quando Morfeus avvisa Neo che stanno venendo da lui.
Chi sono? Non si sa ...ma questo sconvolgerà la routine del protagonista e lo porta sull'"albero", che è fuori da una finestra, su una pericolante impalcatura.
Dai fuoco all'albero, cioè crei tensione e metti in pericolo il protagonista della storia, per far interessare il lettore al personaggio.
Togli il tuo personaggio dall'albero, presentando una ricompensa al lettore dopo momenti di tensione.
Questo schema in 3 atti è anche l'architettura che si trova nell'infografica "Storytelling Canvas".
Molto più semplice del modello di storytelling completo, come puoi vedere di seguito:
Se vuoi approfondire la struttura del Viaggio dell'Eroe, questi sono i tuoi 12 passi:
ATTO I
01) Mondo ordinario – Consapevolezza limitata di un problema
02) La chiamata all'avventura – Maggiore consapevolezza
03) Rifiuto della chiamata – Riluttanza a cambiare
04) Incontro con il mentore – Superare la riluttanza
ATTO II
05) Varcare la soglia - Impegno al cambiamento ( in Matrix, è quando Neo decide di ingoiare la pillola rossa per scoprire la verità).
06) Prove, alleati e nemici – Provare il primo cambiamento.
07) Avvicinamento alla caverna più profonda - Qui l’eroe arriva ai confini di un luogo pericoloso e minaccioso, dove è nascosto l’oggetto della sua ricerca/sfida.
08) Calvario/Prova centrale – É il momento di tentare il grande cambiamento.
09) Il premio - Conseguenze del tentativo (miglioramenti e battute d'arresto).
ATTO III
10) La via del ritorno – Ora l’eroe deve affrontare le conseguenze dell’aver sfidato le forze oscure "nella caverna" del mondo straordinario. Qui avviene la consacrazione al cambiamento.
11) Resurrezione – Ultimo tentativo di un grande cambiamento per l'eroe.
12) Ritorno con Elisir – L'elisir rappresenta un tesoro, un amuleto, una tecnologia o l'esperienza raggiunta, che lo arricchisce. Qui si ha la padronanza finale del problema.
Visivamente, il viaggio dell'eroe è ben schematizzato in questa infografica di www.storyboardthat.com.
E infine, c'è il modello di storytelling per una narrazione emotiva.
Questo è il migliore tra i 3 modelli di storytelling per raccontare storie personali, in un modo che abbia un forte impatto emotivo sui tuoi lettori.
Perché lo storytelling ha la missione di far risuonare le emozioni nel tuo pubblico, per potersi connettere con loro. Se non c'è emozione, non c'è connessione.
Per farlo, questa è la semplice struttura da seguire:
Per renderlo ancora più chiaro, esemplificherò ogni passaggio con una narrazione fittizia:
Il mio insegnante di chimica ha detto davanti a tutti i miei amici:
"Non supererai l'esame di ammissione perché non capisci niente di Chimica!"
Era il mio ultimo anno a scuola. Il mio ultimo anno prima di sostenere gli esami di ammissione all'università.
E stavo recuperando su 3 materie: biologia, fisica e, ovviamente, chimica.
I miei voti a scuola erano diminuiti anno dopo anno: sono passato dall'esemplare più intelligente della mia famiglia allo stato di "vagabondo" e sognatore inconcludente.
Ero insoddisfatto, a 17 anni, del modo di apprendere a scuola.
Mi sentivo un outsider, che divorava libri di comunicazione e crescita personale, ma non riusciva a prendere un 6 in Chimica.
Volevo studiare le materie che mi interessavano di più, ma la scuola è stata brava a ricordarmi che non dovevo uscire troppo dalla curva, dopotutto non avrei passato l'anno se non avessi ottenuto la media del 6 nelle materie.
La situazione a scuola, che non era più buona, è peggiorata ulteriormente a casa.
Quando senti dai tuoi genitori che "vogliono parlare con te". Anche se hai 17 anni, sai già cosa sta per succedere: "Perché i tuoi voti sono così bassi a scuola?", seguito da “Ai miei tempi io studiavo così, così e così. Con ottimi risultati”.
Ho rispettato ogni opinione. Ma, nel profondo, sapevo che c'era qualcosa che non andava in questo sistema educativo, basato su voti e medie.
Per non deludere i miei genitori, quando tutto sembrava perduto, ho trovato la forza per studiare di più. Ho diminuito gli allenamenti di basket e le partite al sabato, per qualche mese. E ho passato l'anno con un 6 in chimica.
Per loro, i miei genitori, un sollievo. Per me, quasi una tortura. Oggi non ricordo quasi nulla di ciò che ho "studiato" in chimica, biologia, fisica. Di chimica, ad esempio, ricorso solo la formula dell'acqua: H2O.
Non perché odiassi quelle materie. Piuttosto perché siamo obbligati a seguire un sistema di valutazione che, francamente, si preoccupa più di far memorizzare e conoscere le risposte giuste, piuttosto che incoraggiare a domande e risvegliare curiosità e creatività.
Dopo la maturità, ho capito che il modello industriale di istruzione non funziona più.
L'era della post-informazione sta bussando alla porta, facendo sì che le macchine sostituiscano lavori sempre più generalisti.
È tempo di recuperare la nostra essenza attraverso il modo in cui apprendiamo. Non imparare a memoria.
È tempo di recuperare il valore dello straordinario. Non della media. E di essere più creativi.
Per questo oggi che tanto bisogno di professionisti creativi. Non dilettanti che fanno più o meno le stesse cose a ripetizione. E questo, qualsiasi lavoro che svolgerò, voglio fare.
Come avrai notato, per raccontare buone storie spesso non servono fatti insoliti, personaggi epici e scene d'azione elettrizzanti.
Quasi tutto accade nel mondo interno del protagonista, che, in tutti questi modelli di narrazione, sarai tu. Attenzione: sarà tua premura scoprire quali emozioni risuonano maggiormente nei tuoi lettori/clienti e su quelle focalizzare la parte "come mi sentivo" e "lezione della storia".
Per trasformare le tue storie di vita o aziendali, che possono sembrare comuni ad altre, in qualcosa di straordinario, tutto ciò di cui hai bisogno è un buon schema, una architettura, da seguire. Il tutto, abbinato a precise emozioni/sfide/paure del lettore o del tuo cliente (schematizzate in questa infografica nella parte in giallo).
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