Se nella crisi si smette di comunicare, la crisi produrrà danni irreversibili tra le parti.
Così, nell'emergenza coronavirus, diventa fondamentale per la piccola impresa non perdere il contatto con i clienti. Se le imprese perdono oggi il contatto emozionale con i loro clienti, il danno commerciale sarà gigantesco alla ripresa.
In questo periodo le PMI dovrebbero comunicare sopratutto umanamente. Non è consigliato prediligere i canali poco empatici, chiaramente automatizzati, come i chatbot o dei post programmati sui social.
Piuttosto oggi i migliori mezzi, per una comunicazione umanizzata, sono il telefono o un messaggio email o Whatsapp personalizzato (Caro, nome cliente...).
Su Whatsapp, attenzione: specialmente su questo canale, non a tutti piace ricevere messaggi privati, così il messaggio potrebbe essere percepito come qualcosa di invasivo rispetto all'email.
La posta normale la sconsiglio, perché le Poste Italiane - con una pagina dedicata al Coronavirus - invitano ad attivare i loro servizi solo per spedizioni urgenti.
La comunicazione d'impresa, ai tempi del coronavirus, si orienta alla comunicazione di valori. Meno alla vendita diretta o le info commerciali, se non strettamente necessarie.
Simbolico è lo spot che BMW sta passando sul proprio sito, con Alex Zanardi e l'hashtag #InsiemePerRipartire: non vendono niente, piuttosto ci danno una luce di speranza.
Attenzione dunque a non essere troppo venditori in questo periodo: potrebbe apparire estremamente opportunistico.
Parliamo dunque dei nostri valori; e per chi ce l'ha, parliamo del nostro brand (quando il brand è identità, comunità, valori).
Mi conferma questo intuito, un mio caro conoscente e imprenditore di una piccola impresa toscana, che mi scrive:
“In questi gg non ho potuto non notare la soddisfazione dei clienti da me chiamati/contattati...qualsiasi fosse il motivo.
Ci dobbiamo fare vivi con loro....specie quelli già nostri clienti....anche solo x sapere come stanno, se lavorano, se hanno bisogno di noi.”
Quindi: chiama i tuoi clienti. Ora.
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