In questo sito si parla di marketing. Ed il marketing - sopratutto per la sua quarta variabile dedicata alla pubblicità - ha un impatto nell’alzare le aspettative delle persone.
E più le aspettative sono alte, più la felicità delle persone è anche minata.
Il concetto è chiaro se leggi l’incipit del primo, interessante, libro di Frédéric Beigbeder:
“Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l’universo. Io sono quello che vi vende tutta quella merda.
Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. Cielo sempre blu, ragazze sempre belle, una felicità perfetta, ritoccata in Photoshop. Immagini leccate, musiche nel vento.
Quando, a forza di risparmi, voi riuscirete a pagarvi l’auto dei vostri sogni, quella che ho lanciato nella mia ultima campagna, io l’avrò già fatta passare di moda. Sarò già tre tendenze più avanti, riuscendo così a farvi sentire sempre insoddisfatti. Il Glamour è il paese dove non si arriva mai. Io vi drogo di novità, e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C’è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma.”
Dunque, se avevi ancora dei dubbi, il marketing ha una significativa responsabilità nel farti percepire la felicità.
Oggi c'è una bella notizia. Per noi Italiani e anche per chi fa marketing in maniera etica: secondo il report 2021 (analisi del 2020), l’Italia sale al 25 posto mondiale dell’indice della felicità.
É dal 2015, quando eravamo in 50esima posizione, che abbiamo aumentato costantemente la nostra percezione di felicità.
Secondo la classifica del World Happiness Report 2021 il Paese più felice del mondo è la Finlandia, seguita da Islanda, Danimarca… e al venticinquesimo posto ci siamo noi, quelli del Paese più bello del mondo.
Questo indice si chiama con l’acronimo FIL (Indice di felicità interna lorda) ed inizia ad essere considerato da molti governi, come una alternativa al Pil, con il quale “non si può capire come sta veramente la gente”, ha detto recentemente il presidente del Messico.
Primo Stato a considerare il FIL fu il Buthan, basandosi su parametri come qualità dell’aria, salute dei cittadini, istruzione e ricchezza di rapporti sociali.
Quindi, nonostante l'anno di pandemia: avanti Italia. In questi momenti difficili, stiamo ricalibrando le nostre aspettative, per basarci su valori meno consumistici e risalire, con costanza, nella classifica del FIL.
Il libro del francese Beigbeder, citato prima, uscì nel 2000.
Da allora, l'etica nel marketing è migliorata. Iconica, di questo percorso, fu la campagna di Patagonia nel 2011, che invitava a non consumare, con un esplicito "Don't buy this jacket".
Per ulteriori sviluppi tra marketing ed etica, consiglio di approfondire con un libro del 2014: "Fare marketing rimanendo brave persone", di Giuseppe Morici.
Il tuo sito web ha poche visite?
Migliora il suo posizionamento: chiedi una consulenza SEO.