Marketing Interno: quando il cliente è al secondo posto

Pubblicato: 17-06-19
Scritto da Nicola Di Grazia
Categoria: 
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"Il cliente è al secondo posto" (William Morrow, 1992)


Se gestisci una PMI di servizi ed hai collaboratori e dipendenti poco motivati a dare un plus, questo articolo fornirà alcune idee per migliorare. Attraverso i principi del marketing interno.

Cosa è il marketing interno?

É il marketing che ha uno specifico pubblico target: le persone interne all'azienda, ovvero impiegati, manager, proprietari.

Per l'azienda fornisce questi vantaggi:

  • Crea un processo capace di allineare l’attitudine delle persone alla strategia e alla filosofia dell’impresa;
  • Aumenta la fedeltà degli impiegati, per ridurre il turnover e realizzarsi attraverso l'impresa;
  • Migliora la comunicazione in azienda;
  • Migliora le vendite e l'esperienza del cliente finale.

Per l'ultimo punto in elenco, pensa ad un ristorante.

Il pasto è offerto da un cameriere: è il suo volto che rappresenta quel locale per il cliente, più dell'eventuale logo.
Se al cameriere non saranno condivise con periodicità le informazioni interne o il leader non è capace di motivarlo, quel funzionario diventerà meno felice a servire primo, secondo è caffè.

Ricorda: un dipendente felice genera un cliente felice

Il marketing interno si basa su 3 percorsi

Il marketing interno - conosciuto anche come endomarketing (“endo”, dal greco, significa“dentro”) si divide in 3 percorsi complementari: per il learder, per i canali di comunicazione interna, per le campagne e azioni di marketing interno.

Analizziamoli:

1) La comunicazione del leader

Una impresa che ha un processo strutturato di marketing interno utilizza il leader come primo e principale canale di comunicazione con gli impiegati e collaboratori.

Le azioni di marketing interno aiutano il leader a comunicare meglio la sua filosofia, con i mezzi tecnici, e a sviluppare competenze di ascolto e comunicazione interpersonale.

Questo primo punto, migliorare la comunicazione del leader, è spesso decisivo nelle aziende in processo di passaggio generazionale. Infatti il nuovo e giovane leader, spesso il figlio che subentra al fondatore-padre, non ha, da subito, capacità di comunicazione tanto coinvolgenti ed efficaci per il team.

É un'aspetto rilevante in Italia, perché è il 45% delle medie imprese che sta affrontando questo passaggio generazionale. Ed è delicato: entro 5 anni dal passaggio dalla prima alla seconda generazione due aziende su tre dichiarano fallimento (indagine di Mediobanca).

É in questi contesti che un marketing votato a migliorare la comunicazione del nuovo leader, dentro l'azienda, sarà molto utile.

2) Canali di comunicazione interna ottimizzati

Il controllo più immediato che il marketing interno possa fare in una azienda riguarda i canali di comunicazione, dentro l'azienda: controllare se sono strutturati e monitorati per poter veicolare al meglio i messaggi di vision e strategia dell'impresa. Sono canali di comunicazione che coinvolgono i riceventi e favoriscono la circolazione di opinioni. La comunicazione è curata, concisa ed efficace come fosse per il cliente finale, che vogliamo acquisire/fidelizzare.

Non è quindi marketing interno divulgare un bollettino di informazione agli impiegati, presentato come un "muro di testo" poco attrattivo. E pensare che "lo devono leggere", si rivelerà presto poco proficuo.

3) Il marketing interno realizza azioni

Il marketing interno realizza azioni, eventi e campagne informative, motivazionali.

In questo il marketing interno differisce dalla comunicazione interna aziendale.
Quest'ultima comunica decisioni e fatti; mentre il marketing interno può creare fatti, per poi comunicarli in un modo attrattivo.

Che tipo di azioni/eventi?

Si possono scegliere delle dinamiche di team builing, come eventi interni di celebrazione, attività di volontariato, Escape Room, sport, ecc.

Oppure il reparto marketing e l'area delle risorse umane potrebbero pianificare in sinergia workshop come:

workshop find your why> “Find your Why“: un workshop di 4 ore che ha l’obbiettivo di trovare il proposito di un’impresa, in collaborazione con tutti i collaboratori.
Find your Why” è un incontro profondo e coinvolgente che richiede almeno un mediatore. Leggi in questo articolo.

> Public speaking: in gruppi si lavora a creare la presentazione orale perfetta, per un nuovo prodotto aziendale.

> "Se la mia impresa parlasse":  è un incontro di circa 1-2 ore, in cui si chiede ai collaboratori: “Se la tua azienda fosse una persona, che parole userebbe con più ricorrenza?”.
Tutti scrivono, in post-it anonimi, la loro risposta. Poi si raccolgono i post-it, si mostrano a tutti su un muro. Ogni espressione porterà con se significati ampli, utili a far aprire un confronto tra i partecipanti.

Quando lo proposi la prima volta, come mediatore, ricordo frasi come “Lo rispiego quante volte vuole.”, “Prima possibile.”, “Punto di riferimento.”. Parole che hanno innescato confronti interessanti, tra i presenti. E sono state selezionate poi, per una campagna di comunicazione sulle pagine social dell'azienda.

Realizzarsi attraverso l'azienda: PES

Se un dipendente ha fatto propri gli scopi aziendali e crede nel leader che lo guida in essi, vede l‘intera struttura come sua: rende disponibili con spontaneità le sue capacità produttive e motivazionali per tutto il gruppo.

Ogni collaboratore sarà consapevole che il proprio contributo al gruppo favorisce la crescita del proprio P.E.S.:
P. – Personalmente migliorato (propria parte di vittoria)

E. – Economicamente migliorato (sicurezza auto-generata)

S. – Socialmente migliorato (significato esistenziale, allineato ai valori dell’impresa)

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