La mission di una azienda non dovrebbe essere strettamente legata ad obbiettivi commerciali.
Per essere efficace, nella mission non può mancare un perché, una ragione profonda dell'esistenza dell'azienda. Lo sanno alla Walt Disney, con la loro mission: Rendere felici le persone.
Leggi questo articolo per comprendere cosa è il perché e come trovare una mission efficace con il metodo "Find Your Why".
Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. E se il dire del leader è poco chiaro... immaginiamoci il fare di chi lo segue: è il triangolo delle Bermude dei buoni intenti di un collaboratore. Infatti, è abbastanza raro che la gente si licenzi a causa dello stipendio; più spesso, è per non apprezzare il proprio leader, non ne capisce i valori e la direzione.
Per un'impresa quindi, scrivere con efficacia la propria missione è importante: per decidere strategie, comunicare meglio, selezionare e ispirare collaboratori.
All'interno di una mission aziendale si risponde spesso a tre domande: chi siamo? cosa vogliamo fare? perché lo facciamo?
Il "perché" è il crogiolo di una mission aziendale efficace. Non dovrebbe mancare.
Il perché è la ragione profonda dell'esistenza di un'impresa. E non corrisponde esattamente la "mission" commerciale: questa è spesso scritta con termini "aziendalesi". Un esempio, copiato da un catalogo qualsiasi: "la mission del Gruppo X è fornire servizi efficienti, affidabili, innovativi e di alta qualità per il trasporto di merci e passeggeri perseguendo un processo costante di identificazione dei bisogni e delle aspettative dei propri clienti".
Che frase complessa... Per quanto scritto sopra, la mission si applica solo a chi è cliente? Riduttivo.
La mission deve impattare con il mondo, la società. Altrimenti è debole per motivare un team a dare "sangue" e sudore; o portare il cliente a essere un fan.
Leggi come è più ispiratrice e semplice la mission dell'azienda di abbigliamento sportivo Patagonia: "use business to protect nature".
Il Golden Circle di Simon Sinek
“Le persone non acquistano ciò che fai, acquistano il perché lo fai” è la famosa frase dell’autore Simon Sinek.
Simon, nel suo primo libro "Inizia dal perché", dimostra che la comunicazione dei grandi leader ha una cosa in comune: comunicano prima il loro perché.
Con uno schema di tre circoli, l'autore spiega che tutti sanno cosa fanno, alcuni sanno come lo fanno, pochi sanno (e comunicano) perché lo fanno. E sono quelli di successo.
Analizziamo il principio, con il successo di Apple. L'impresa fondata da Jobs comunica in effetti così:
(il perché) tutto quello che facciamo è per cambiare lo stato delle cose, per pensare differente.
Come lo facciamo? Creiamo tecnologia bella nel design e facile da usare.
Cosa facciamo? iMac, iPhones, iPad…. Lo spiego in dettaglio in questo audio del mio podcast.
Raccontata cosi, un’azienda ha molto più appeal che per il semplice prezzo o le caratteristiche tecniche: queste invece sono le uniche armi che restano a chi comunica solo "cosa" sta facendo.
Ho letto il secondo libro di Simon Sinek, “Trova il tuo perché”.
É un'ottima lettura di marketing per manager, perché permette di avere un metodo di motivazione aziendale, da applicare al branding e alla comunicazione interna ed esterna.
Individuare la missione profonda di un’impresa, e condividerla, è un’operazione ancora più importante in una piccola impresa - si legge.
Perché la multinazionale, al limite, ha enormi budget per convincere delle sue proposte. L’impresa piccola no: per questo, è importante avere un perché forte che coinvolge i collaboratori a lavorare con passione, che attrae migliori clienti, aldilà di prezzi eventualmente più alti.
Il libro "Trova il tuo perché”, nel quarto capitolo, illustra come esplicitare la missione profonda di un'impresa, attraverso una riunione interattiva con le persone più rappresentative, storiche dell’azienda.
Per questo gruppo di persone, è fondamentale l'aiuto di un facilitatore: uno sguardo esterno che conduca il gruppo e detti i tempi. Il workshop è diviso in 4 parti:
Adesso che scrivo, ho già realizzato questo processo in alcune imprese.
Posso dire che "Find Your Why" è "energetico". É servito a vari livelli:
- ha dato più motivazione al team.
- ha dato una direzione alla comunicazione dell'impresa (al branding).
Gli strumenti usati nel workshop: 2 lavagne a fogli mobili e uno schermo per proiettare le slides dal notebook.
Mi resi conto che il workshop sarebbe stato utile per quella impresa di Roma, quando chiesi al suo titolare: "Lei, perché apre l'ufficio la mattina ed inizia a lavorare?"
La risposta non arrivò subito, ci fu del silenzio ed occhi leggermente smarriti. La risposta non fu convincente.
"Sarà difficile aiutare a comunicare un'impresa del genere", io pensai. Gli proposi allora, per la settimana seguente, una riunione sullo schema di "Find Your Why" e chiesi di far partecipare le persone chiave dell'azienda. Non i pessimisti cronici, però.
Dopo il workshop, che durò circa 3 ore, arrivammo ad una bozza di dichiarazione del perché, una missione molto più profonda che pagare i conti a fine mese o fornire servizi di qualità.
Vidi occhi illuminati davanti a me.
Dal "perché", abbiamo scritto la mission aziendale: la prima bozza uscita dal workshop e abbiamo dato 1 settimana di tempo, a tutti i presenti, per eventuali correzioni o ripensamenti.
Da allora, la missione di quell'impresa è riassunta in "Umanizzare i rapporti di scambio, per aumentare la fiducia tra le persone."
È un passo fondamentale per portare un'azienda nel mondo valoriale che è il brand.
Con un perché evidenziato, per il reparto marketing e la strategia sarà più facile lavorare ad altri livelli: esternare la vision dell'azienda, ovvero dove vogliamo che i valori e mission ci portino nel lungo termine, o il brand positioning, quel concetto semplice che ti differenzia dai concorrenti.
"Perché" e brand positioning sono due concetti diversi: la dichiarazione del perché non è necessario che sia unica e differente da quella di altre entità. I perché non sono in competizione. È importante che sia accettata, vera, in sintonia con tutto il team.
La dichiarazione del brand positioning deve essere invece un concetto unico, che gli altri concorrenti non usano.