Spesso un'azienda perde di vista il concetto principale che dovrebbe comunicare con costanza: il suo brand positioning. Può succedere, complice il cambio ai vertici aziendali o qualche nuova agenzia di pubblicità che consiglia varianti "creative".
É utile quindi fissare, ovvero scrivere, il brand positioning.
Quindi, dopo la previa analisi dei concorrenti, puoi scrivere il brand positioning aiutandoti con uno schema. Si chiama brand positioning statement: sarà un documento interno che ricorda a tutti i collaboratori la tua unicità e guida il team di comunicazione sulle caratteristiche da esaltare.
Uno schema di brand positioning statement è il seguente:
Un’altro schema simile, elaborato da Marco de Veglia, nel libro Zero Concorrenti, è:
Qualunque dei due schemi prediligi, raccomando che rimanga un documento interno: "parlar male" dei concorrenti non è certo un bel biglietto da visita nel mercato.
Il brand positioning statement non si condivide quindi nella pagina "chi siamo" del sito web o in una cornice appesa nella sala riunioni. In quella, semmai, ci si mette la mission.
Il brand positioning è una dichiarazione differente dalla missione aziendale.
La mission è più corta, perché deve essere facilmente memorizzatile da impiegati, soci e stakeholders. La mission non importa che ti faccia percepire unico, differente dai concorrenti. Così, tanti brand possono avere la stessa o simile mission.
Il "come e per chi lo facciamo" è il brand positioning. Il "perché" lo facciamo è la mission.
Leggi, per esempio, la famosa mission della Nike: "Portare ispirazione e innovazione a ogni atleta* del mondo."
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